All’una di notte
va a fuoco il Campanile. Succede quando, durante la
dichiarazione di voto, il capogruppo dell’Udeur Amedeo Sabato si
astiene sul bilancio, uno degli atti più importanti della vita
amministrativa, chiedendo alla maggioranza «un segnale di
attenzione» per
il
suo partito (che ha per simbolo un campanile). «Non sono
contrario al bilancio - dice - l’assessore ha fatto un ottimo
lavoro ascoltando tutte le
associazioni e i soggetti, ma non ha dato la stessa opportunità
all’Udeur, che aveva una serie di proposte. Se non ci si
permette di onorare il mandato ricevuto dagli elettori, il
rapporto con la maggioranza diviene sterile e inutile».
Interviene l’altro consigliere eletto nelle liste di Mastella,
il presidente del consiglio Paolo Zompì, che afferma il suo voto
favorevole «per lealtà verso la maggioranza» e invita il suo
capogruppo a ripensarci. «Qualche carenza, di forma o di
sostanza - dice - può esserci, ma presumo che possa essere
corretta nel procedere amministrativo». Ma quando Sabato chiede
di intervenire «per fatto personale», Zompì non gli dà la
parola. «Non è possibile farlo durante la dichiarazione di
voto», afferma. Apriti cielo: le tensioni tra i due esponenti
politici, che covavano sotto la cenere già all’indomani delle
comunali e che si sono via via acuite dalla composizione della
giunta (da cui l’Udeur è rimasta fuori) alle ultime regionali,
esplodono. L’incidente consiliare si chiude lì, ma subito dopo
partono le dichiarazioni di fuoco. «Non mi è stata data la
possibilità di parlare - dice Sabato - contravvenendo a tutti i
regolamenti. La verità è che il consiglio viene condotto in modo
bulgaro: forse chi lo dirige dovrebbe dimostrare più rispetto
umano specie quando è transitato in un partito che lo ha accolto
salvandolo dal capestro». E’ gelida la replica di Zompì.
«Ringraziamo per il salvataggio dal capestro - dice - ma se
qualcuno pensava che ciò che io ho realizzato in termini di voti
potesse servire solo per il risultato acquisito, dopo di che il
sottoscritto poteva essere messo da parte, temo che sia stato
tratto in errore». Zompì assicura di ricevere di continuo
complimenti per la conduzione del Consiglio e ribalta l’accusa
«bulgara» proprio su Sabato e sulla dirigenza cittadina dell’Udeur.
«Bulgaro è il capogruppo - attacca - ci sono state tante
possibilità di incontrarsi e parlare per discutere non solo del
bilancio ma anche di altre situazioni: eppure nè lui nè altri ha
ritenuto di invitarmi per decidere la linea del partito che
abbiamo contribuito entrambi a supportare». A questo punto per
Zompì la parola deve passare agli organi superiori. «La
segreteria provinciale dell’Udeur - dice - convochi un incontro
cittadino con la partecipazione di iscritti e simpatizzanti per
chiarire la situazione». Lo scontro all’ombra del Campanile,
insomma, è appena iniziato e il rischio è che faccia sentire i
suoi effetti sull’intera maggioranza di centrosinistra.