Faccia a faccia
chiarificatore tra l’assessore alla Pubblica istruzione, Antonio
Memmi, ed i dirigenti scolastici. L’occasione è stata fornita
dall’incontro, svoltosi martedì scorso, sulla fondazione di
un’Università popolare.
A sottolineare
l’importanza storica dell’evento è stato il preside
dell'Istituto Professionale “Bottazzi”, Franco Fasano, in quanto
«per la prima volta abbiamo il piacere di parlare di formazione
con l’ente comunale».
Ma gli spunti offerti sono
stati molteplici ed hanno spesso condotto la discussione al di
là dell’argomento per il quale l’assemblea era stata convocata.
All’auspicio espresso
dall’assessore Memmi, relativo alla possibilità che almeno con
l’Università popolare, a differenza di quello che in passato si
è verificato con le scuole, l’Amministrazione possa stabilire un
rapporto di condivisione dei progetti, non si è fatta attendere
la replica dei dirigenti scolastici.
«L’autonomia scolastica –
dichiara Fasano – è una gran cosa, ma che ci carica di
responsabilità non indifferenti. I frutti di tali lavori si
vedranno solo tra una decina d’anni. Nel frattempo dovremmo
evitare che allo Stato accentratore, di cui ci siamo liberati,
si sostituisca il Comune».
«Non si tratta di
accentrare – riprende l’assessore – ma di concordare delle
strategie formative e di intervento sul territorio. Tant’è vero
che, dopo due anni nei quali il Comune aveva sospeso il
finanziamento dei Pof, da quest’anno ripristineremo quei fondi,
ma a differenza del passato richiederemo agli istituti
comprensivi che ne beneficeranno una rendicontazione puntuale
delle spese effettuate».
Alla base di questa
decisione, che ha fatto storcere il naso a molti presenti, la
necessità di assicurarsi che i fondi erogati siano destinati in
modo oculato alla realizzazione di determinati progetti.
«Non si tratta – precisa
l’assessore – di voler controllare a vista gli istituti
scolastici, ma semplicemente di responsabilizzarli. Tra l’altro
il finanziamento dei Pof non è un obbligo di legge per i comuni,
ma semplicemente un loro atto di liberalità».
Non condivide il preside
Fasano che, contro una rendicontazione ragionieristica che tenga
conto solo delle gestione delle somme, precisa che l’autonomia
implica soprattutto una gestione delle risorse umane
difficilmente rendicontabile.
«Il motivo di tale
decisione – spiega Memmi – è una gestione delle scuole spesso
improntata a criteri ben diversi dall’oculatezza, come ebbi modo
di appurare in una visita alle scuole fatta assieme
all’assessore provinciale alle Politiche sociali Salvatore
Capone. Non è possibile, ad esempio, che ci siano scuole che
ogni anno facciano richiesta di 200 banchi e di 200 sedie.
Evidentemente qualcosa non va».